
Znerol, un amico italiano appassionato di montagna, ha un altro racconto da condividere!
Io non farò altro che leggere incantata, immaginare pareti maestose e aggiungere la seconda parte al glossario ragionato di alcuni termini fondamentali che riguardano l’arrampicata nelle mie lingue di lavoro: l’inglese, lo spagnolo e ovviamente l’italiano.
Un enorme “Grazie” per il tempo che mi sta dedicando e il valore contenutistico che sta apportando al mio Blog.
La Placca d’Argento
Verso la fine degli anni 70 una parete, dal nome suadente, attirava molte attenzioni, la “Parete d’Argento”, così era stata chiamata una porzione di roccia, alta, liscia e verticale, della parete Sud della Marmolada. Top climbers come Mariacher & friends, avevano iniziato il corteggiamento, studiandone le possibili linee percorribili e lei, la Parete d’Argento, stava lì, un poco vanitosa, indiscutibilmente superba, a farsi osservare.
Verso la fine di luglio del 1981, Giuseppe Frison e due ragazzi dell’Est europeo, Igor Koller e Jindrich Sustr, sono ospiti nella casa del malgaro Toni, a Malga Ciapela, hanno un progetto e tutti i giorni salgono a osservare la parete, ma un meteo un po’ bizzarro impedisce loro ogni tentativo; Giuseppe, suo malgrado, deve lasciare i due compagni per tornare al lavoro, le sue ferie sono finite. Koller e Sustr hanno ancora tempo e restano. Igor Koller, alpinista forte ed esperto, sono anni che frequenta la Marmolada ed una possibile linea l’ha individuata; Jindrich Sustr, all’epoca giovane diciassettenne, è un ottimo scalatore, tanto genio e tanta sregolatezza.
Koller e Sustr si preparano per la “Parete d’Argento”
Il tempo migliora ed il 2 agosto, alla base dell’immensa parete, Koller e Sustr preparano la loro attrezzatura, decisi a confrontarsi con essa, senza mezzi termini, vogliono attaccare la linea che hanno individuato ed uscire in vetta nel minor tempo possibile, utilizzando se necessario la progressione artificiale e, se estremamente necessario, anche l’infissione a mano di qualche spit.
La loro attrezzatura, oltre a chiodi, friends, nuts, cliffs e hooks, includeva imbraghi di fettuccia cuciti a mano, come da cultura est-europea di quel tempo, caschi più idonei al motociclismo che alla roccia e scarpe da calcio a cui erano stati tagliati i tacchetti perché, come sosteneva Koller, “levando i tacchetti, erano buone per arrampicare”, in poche parole arte dell’arrangiarsi.
Il 4 agosto, dopo una battaglia di 35 ore di arrampicata, con due bivacchi, escono 900 metri più in alto, in cima alla Marmolada, la loro via passa sulla sinistra di quella nicchia che sembra un pesce, dove si può anche bivaccare, anche se oggi si preferisce passare sulla destra e traversare, perché a sinistra la roccia non è proprio bella; in quelle ore attraverso quel mare di roccia, nasce la via Attraverso il Pesce. Usano 65 chiodi, soste comprese, lungo i poco più di 1200 metri di sviluppo della via…e non piantarono nessuno spit!
Il riconoscimento
Inizialmente i puristi dello stile tentarono di contestare la via per via dei passi in artificiale, ma fu un fuoco breve perché fu presto chiara la grandiosità del percorso, destinato a divenire una delle pietre miliari dell’alpinismo moderno dolomitico e non solo.
Igor Koller in seguito, nel corso di una serata, disse “…c’è un passaggio il libera molto difficile, protetto con un chiodo malsicuro lontano sette metri, e pensai che Jindrich Sustr, appena diciassette anni, non doveva essere del tutto a posto quando è passato di lì per primo”.
Qualche dato e nota curiosa…
Mariacher, Iovane, Zanolla (Manolo) e Pederiva fecero la prima ripetizione nel 1984, Giordani fece la prima solitaria (auto-assicurandosi in nove tiri) nel 1990, Auer fece la prima free-solo integrale nel 2007.
Nota particolare sul free-solo del grande Hansjorg Auer fu che fece la via nel totale riserbo, e tale sarebbe rimasto se una cordata tedesca, impegnata in una via poco lontano, non avesse fotografato quel “solitario senza corda” all’opera…il tam tam mediatico fu rapido ed in breve tempo Auer fu riconosciuto ed a quel punto, volente o nolente, dovette accettare la consacrazione e tutto ciò che ne seguì.
GLOSSARIO FONDAMENTALE DELL’ARRAMPICATA
E-P
E veniamo ora a al secondo gruppo di termini dell’arrampicata, nelle mie tre lingue di lavoro: italiano, inglese e spagnolo.
ITALIANO | ENGLISH | ESPAÑOL |
Express/rinvio | Quick Draw | Cinta Expréss |
Falesia/Balza | Crag | Acantilado |
Fessura | Crack | Grieta |
Fessura extra larga | Off-width (non proteggibile con le protezioni veloci in commercio) | Fisuras off-width |
Fettuccia | Sling | Anillo de cinta, cabestrillo |
Friend | Cam | Camalots, friends, empotradores |
Gancio | Cliff – Hook – Skyhook | Gancho |
Imbragatura | Harness | Arnés |
Lama | Flake | Roca afilada |
lama sottile per fessure sottili (chiodo a lama sottile) | Knife blade | Pitón con perfil de espesor decreciente |
Moschettonare | Click – Clip | Mosquetonear |
Moschettone | Carabiner | Mosquetón |
Movimento singolo | Single move | Mantel |
Parete | Wall | Pared |
Passaggio chiave | Crux | Crux, paso más difícil o complicado
|
Passaggio sprotetto | Runout | Aleje |
Piccozza | Ice Ax | Piolet |
Placca | Slab | Placa |
Presa | Hold | Agarre |
Prese piccole | Thin Hand | Regleta cerrada |
Prima salita | First Ascent | Primer ascenso |
Protezione veloce da incastro | Nut – stopper – Hexcentric – Chock – Tricam | Fisureros |
In un momento in cui tutto sta cambiando radicalmente a causa di una pandemia particolarmente dura da sconfiggere, questi articoli mi ricordano l’importanza della passione per il proprio mestiere, dell’interconnessione fra tempo dedicato allo svago e tempo dedicato allo studio e all’approfondimento, dell’assoluta necessità del coltivare con affetto e cura le relazioni umane.
Io e Znerol perciò continueremo a collaborare per concludere questo ciclo di articoli e la terza parte del glossario, senza escludere altre future iniziative!