
RETE AL FEMMINILE DI BOLOGNA SI RACCONTA
Concludo questo ciclo di interviste con le freelance della Rete al Femminile di Bologna con una donna che, in qualche modo, mi ha accompagnata nell’inizio del mio percorso professionale.
Con lei ho mosso i primi passi nel mondo dei Congressi. Era a capo della Segreteria Organizzativa di un evento dedicato ai professionisti sanitari dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e mi aiutò a districarmi fra iscrizioni dei partecipanti, traduzioni di brochure, interpretariato, gestione fornitori, scambi con i relatori, transfer, gala dinner, ECM ecc. Correva l’anno 2010. Inutile soffermarsi a dire quanto sia cambiato il mondo da allora. Quindi rimbocchiamoci le maniche e prepariamoci al futuro!
Paola Giovannini organizza Congressi ed Eventi, gestisce traduzioni (anche giurate) ed interpretazioni e recentemente ha aperto una nuova linea di business nell’Accoglienza. Ecco il punto di vista di Paola su resilienza e sostenibilità nel suo mondo, che è poi, per alcuni aspetti, anche il mio.
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Come dicevo nell’introduzione, ti occupi, fra le altre cose, dell’Organizzazione di Congressi ed Eventi. Ti ho conosciuta come coordinatrice di una Segreteria Organizzativa, gestivi tanti aspetti, puoi dirmi di più?
Intanto ti ringrazio per questa intervista e per le parole spese prima. Eh, sì, è passato del tempo da quando ci siamo conosciute ed ero Project Manager in un’agenzia, a quando ho deciso di mettermi in proprio. Anche da dipendente ho avuto sempre la possibilità di lavorare in modo autonomo, scegliendo e incontrando persone con cui è stato possibile creare una bella sinergia, rimasta tuttora. In questo periodo di chiusure, siamo riusciti ad organizzare un congresso nell’unico momento possibile (spostato da maggio ai primi di ottobre) e abbiamo trovato tante persone (sia i medici partecipanti, ma anche gli addetti al catering, i tecnici, il personale alberghiero e tutti coloro che si muovono per far funzionare questa bella macchina) entusiaste e attentissime.
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Sai gestire anche l’erogazione dei Crediti ECM: di che si tratta?
Da diversi anni, ormai, tutto il comparto di professionisti sanitari deve acquisire un numero di crediti (l’acronimo ECM sta per “Educazione Continua in Medicina”) erogati dagli enti preposti. È possibile partecipando a congressi in cui vengono riconosciuti un numero di crediti che variano a seconda dell’argomento, del numero di persone e delle ore di formazione. Ai discenti, a fine convegno, viene distribuito un test per valutare quanto hanno recepito e quanto sia stata efficace la didattica del corso: a seconda del risultato (almeno un 75% di risposte esatte ed un 90% di presenza), il partecipante ha diritto o meno all’attribuzione dei crediti. È un lavoro, questo “finale”, in cui occorre molta precisione, le presenze vengono registrate con un sistema di badge elettronici e i test vengono controllati uno ad uno con una griglia di valutazione.
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Come è cambiato il tuo lavoro con l’avvento “imposto” degli eventi su piattaforme digitali?
Sta cambiando. Infatti, con alcuni clienti stiamo pensando di organizzare convegni in FAD (Formazione a Distanza), che esistono da tempo, anche se molti preferiscono la presenza, per rilassarsi poi a tavola, scambiare due chiacchiere, soprattutto gli sponsor… per loro è penalizzante, poiché non potendo mostrare marchi mentre il relatore tiene il suo speech (per ovvii motivi), non avrebbero alcun ritorno dell’investimento fatto. Ma ci sono altri sistemi per dar loro visibilità, completamente in linea con le disposizioni ministeriali, e stiamo lavorando su questo aspetto.
Con la formazione online, ovviamente, si abbattono i costi dei viaggi, degli spostamenti, possono partecipare più persone, ci si può aprire di più all’estero, facendo bene anche all’ambiente (meno viaggiatori, meno inquinamento). Certamente è un’altra visione delle cose, che però è quella che stiamo utilizzando anche noi con questa intervista!
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Un’altra delle tue attività è quella di gestire traduzioni, anche giurate. Di che si tratta? Mi fai un’istantanea della situazione attuale nei Tribunali e del mercato delle traduzioni?
Le traduzioni giurate (o asseverate) provengono solitamente da studi legali oppure da privati che necessitano di ufficialità per alcuni documenti (ad esempio possono essere patenti, oppure esami universitari da far riconoscere in Italia o all’estero). Quindi, dopo aver effettuato la traduzione, si stampa tutto (originale e traduzione) si prepara un “pacchetto” su cui apporre 1 marca da bollo ogni 4 pagine della traduzione e si porta davanti al cancelliere del Tribunale che la registra. Se la traduzione va all’estero, dopo il Tribunale si passa in Procura per l’Apostille o la legalizzazione (dipende dal paese di destinazione). Prima della pandemia, ci si presentava presso la cancelleria del Tribunale, senza appuntamento, si faceva la fila e si finiva al massimo in un paio d’ore. Da marzo 2020 molti Tribunali, tra cui quello di Bologna (che è la città in cui opero), hanno ridotto il personale e i giorni di apertura, oppure chiuso l’accesso per le asseverazioni e ti confesso che è un problema, poiché spesso i clienti hanno dei termini da rispettare. Quindi ora bisogna prendere appuntamento con il primo Tribunale disponibile più vicino a Bologna, con aggravio dei costi per il cliente (per la trasferta). L’ultima volta, ad esempio, ho trovato posto a Ferrara, tra l’altro in una giornata di nebbia tipica della zona.

Foto: un momento di pausa dai miei compiti organizzativi durante la mostra di pittura dell’artista al.to., in fondo, davanti a un suo quadro (https://al-to.it/)
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Quando Bologna Fiere organizzava i suoi mega eventi, mi è capitato di lavorare con clienti che non sapevano dove alloggiare, un po’ per il tutto esaurito, un po’ per le alte tariffe di quei giorni. So che hai aperto una struttura particolare, che garantisce sicurezza e comodità: me ne parli un poco?
Eh sì, sempre in questo periodo ho pensato bene di aprire un affittacamere. Questo il link: https://www.altogalleryhome.com/. Anche con gli eventi e i congressi che organizzo, ho sentito la necessità di far alloggiare le persone in un posto che mi è piaciuto subito per la comodità: si trova vicino all’università, vicino all’ospedale S.Orsola, vicino alla Fiera di Bologna… non potevo non prenderlo! E l’ho ristrutturato completamente, creando 3 camere con bagno privato, due con un bel balcone che affaccia su un cortile interno, senza cucina o parti comuni (tranne un ingresso reception). Ho installato il sistema keyless (si accede nelle camere digitando un codice personale), così le persone possono entrare senza attendermi per le chiavi. L’ho chiamato Alto Gallery Home perché alle pareti ci sono i quadri dell’artista al.to, ingegnere e artista, che hanno partecipato a delle mostre. Ho decorato le pareti delle docce con piastrelle particolarissime, che mi hanno ispirato i nomi per le camere (Ficus, Garden e Palm Tree). Ho lasciato qualche libro in ogni camera. Sul sito, nella pagina “Che fare”, ho indicato i posti della zona (e non solo) in cui amo mangiare o fare attività varie (in attesa di poter rimettere i tanti eventi che Bologna ha sempre organizzato). A chi viene, vorrei far fare un’immersione nella bellezza anche tra i muri della camera, dopo che i visitatori l’hanno esperita fuori, in questa bellissima città che è Bologna. Anche, soprattutto, per chi ha bisogno della camera per accompagnare un caro all’ospedale. Collaboro anche con una chef francese che, se uno lo desidera, prepara la colazione (in camera ce n’è già una light) o la cena su misura, da quella continentale a quella più tradizionale, ma questo è un altro capitolo…
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Non male come differenziazione del business! Hai altri progetti in ballo?
Sì, direi che sono come gli alimentari di una volta, dove trovavi tutto e c’era la titolare che ti raccomandava questo o quel prodotto! Dalle traduzioni, agli eventi, ai congressi ed ora anche le camere per i miei ospiti. Per fortuna, ho dei preziosi collaboratori che mi aiutano, ad esempio, tu che spesso mi hai generosamente indicato tuoi colleghi interpreti, soprattutto per congressi fatti in periodi in cui tanti di voi erano impegnatissimi.
Rispondendo alla tua domanda, sto facendo dei corsi di formazione online per acquisire dimestichezza sui social per pubblicizzare meglio le camere, e sono entusiasta; in particolar modo, sto capendo a chi rivolgermi in determinate operazioni e fasi in cui occorrono professionisti del settore.
Una mia grande passione è il canto e mi manca molto il mio gruppo, condotto da Meike Clarelli. Per tenerci in forma vocalmente, ci vediamo online e proviamo.

Foto: LE CORE. Una mia grande passione è il canto e qui sono con il mio gruppo, condotto da Meike Clarelli. Qui siamo a Carpi, assieme alle Mondine, in apertura del concerto di Vinicio Capossela.
Ho fatto altri corsi in questo periodo per tenermi aggiornata sulle novità, sul mondo che sta cambiando. Cambierà il modo di fare turismo? È probabile. Intanto, sono in contatto con un gruppo di ragazze, oltre alla Rete al Femminile, con cui ci stiamo coordinando per un progetto su una nuova forma di turismo sostenibile.
Cambieranno i congressi? È probabile, come riportato sopra.
E le traduzioni? Anche tu, come interprete e traduttrice, hai visto che è stato necessario riprendere a studiare ed utilizzare alcuni tool per affrontare questo periodo e il futuro, che non è così lontano come pensiamo.
Ottimo, grazie Paola per tutti questi input!
Per ora si conclude la serie di interviste fatte ad alcune delle libere professioniste di Rete al Femminile di Bologna. Parlando con loro ho approfondito i tanti punti di contatto che ci accomunano, anche se con professioni a volte molto diverse dalla ma.
Ho sentito l’opinione di Bianca Simone , Vocal Coach parlare dell’importanza voce, nostro primo e più immediato biglietto da visita, che ci rende spesso riconoscibili e a volte indimenticabili. E la voce, ovviamente per una interprete è il principale strumento di lavoro.
Poi ho chiesto a Laura Fazzolari Digital Strategist, come gestire questa nuova realtà digitale, creando Siti Web che offrano una esperienza utente ottimale, considerando anche l’aspetto traduzione e localizzazione dei contenuti.
Mi sono presa poi una pausa dal lavoro chiacchierando con Marija Obradovic, fotografa con cui condivido l’amore per i paesaggi, portandola a parlare nello specifico delle foto e ritratti di montagna, che hanno a che vedere con la mia passione dell’arrampicata.
Spero che questo viaggio nel mio mondo, e nel mondo della Rete al Femminile vi sia stato utile o vi abbia insegnato qualcosa. Alla prossima!