Valico del Gran San Bernardo, Svizzera. Foto: Marija Obradovic

Rete al Femminile di Bologna si racconta

In uno scenario di tanta incertezza e vulnerabilità, mi conforta potermi rifugiare in ciò che mi trasmette calma e affidabilità: la montagna e l’arrampicata.

Ecco perché stavolta, sempre nell’intento di far conoscere alcune delle libere professioniste iscritte alla Rete al Femminile di Bologna e rendere visibili i percorsi che ci accomunano, ho deciso di intervistare Marija Obradovic, Fotografa.

Mentre con Laura Fazzolari si è parlato di strategie per aiutare le aziende a migliorare ed incrementare le vendite di prodotti e servizi, con Maria vorrei per un attimo dimenticarmi del lavoro e parlare essenzialmente di visioni di montagna.

Come suggerisce lo Psicologo e autore Haig Kouyoumdjian il nostro cervello è un processore di immagini, prima che di parole. Questo perché nella loro concretezza sono più semplici da ricordare o riconoscere. Ma a volte, le immagini comunicano ben al di là del noto, della propria individuale esperienza di vita, per attingere a patrimoni collettivi che fanno maggiormente leva sull’istinto.

  • Da quanto ti occupi di fotografia, Marija? Quali sono i tuoi soggetti preferiti e perché?

Sono una fotografa a tempo pieno dal 2016, lo stesso anno in cui ho conseguito il dottorato di ricerca in archeologia.

Le persone sono sempre state una grande ispirazione per la mia fotografia, soprattutto perché traggo grande ispirazione dalla ritrattistica rinascimentale. Mi concentro sul ritratto contemporaneo e sulla fotografia aziendale e di personal branding. Recentemente ho deciso di dedicarmi alla fotografia di animali da compagnia guidata da una grande passione per gli stessi e per la natura in generale.

Foto: Grotta presso Leonidio, Grecia, dicembre 2018. Arrampicatori piccoli come formiche.

  • Lasciati portare su un terreno nuovo, quello dell’arrampicata e, più in generale, della montagna. Anche tu pensi che il paesaggio montano abbia una attrazione ancestrale?

Assolutamente. Ancestrale è esattamente la parola che mi viene in mente quando penso alle montagne. Penso che il nostro fascino per la montagna sia profondamente radicato nel nostro DNA. La pura forza della natura e la vastità della vita che le montagne custodiscono, hanno ispirato e spaventato gli umani sin dall’alba dei tempi facendoli credere che i loro Dèi risiedano lì. Anni fa, sono andata sul Monte Olimpo per un’escursione e abbiamo camminato fino a quando siamo arrivati ​​a una radura da cui potevo vedere tutta la pianura della Tessaglia, il mare da una parte e la cima Mytikas coperta di nuvole e neve dall’altra. L’unico suono proveniva dal vento che portava via le nostre voci. E poi è apparsa un’aquila. Non ci potevo credere, l’aquila di Zeus! La pace che ho sentito lì in quel momento, non l’ho mai più provata nella mia vita. E’ stato un momento veramente magico. Potevo facilmente capire perché i Greci antichi credevano che i loro Dèi risiedessero sulla cima del Monte Olimpo.

Foto: Arrivo della Via Di Federico – De Luca, Gran Sasso d’Italia, agosto 2020

  • Cosa ti piace catturare in un ritratto? Cosa chiedi ai soggetti dei tuoi ritratti?

Il mio intento è, senza dubbio, quello di catturare l’autenticità.

È più facile dirlo che farlo. È una cosa così difficile riuscire a fotografare l’essenza di una persona in una immagine e richiede una grande quantità di empatia e un sincero interesse per la persona che ho di fronte. Non solo per come si muove, ma soprattutto per quello che dice. Essere un buon ascoltatore è una delle principali qualità di ogni buon fotografo ritrattista.

La maggior parte dei miei clienti sono persone comuni, che molto spesso non si sentono a proprio agio davanti alla fotocamera. Il regalo più grande che un cliente può farmi è la sua fiducia. Non ci si può aprire ad un’altra persona se non ci si sente al sicuro e rispettati. La fiducia è un dono molto prezioso e non deve essere mai data per scontata. È lo stesso quando lavoro con gli animali. L’unica differenza è che il processo è molto più diretto.

Foto: Falesia presso l’Isola d’Elba, giugno 2018

  • Quando fotografi un paesaggio, quali elementi cerchi? Quali sono imprescindibili e quanto ti lasci ispirare dal paesaggio stesso? Quali suggerimenti ti senti di dare?

L’emozione è l’ingrediente più importante di qualsiasi immagine. Perché decidiamo di realizzare l’immagine di un particolare sentiero di montagna o di un raggio di sole che arriva tra i rami? È perché quella vista ha suscitato in noi un’emozione particolare che vogliamo ricordare per sempre. Ho letto una ricerca sulla memoria e su come  si formano i nostri ricordi. Perché ricordiamo gli eventi di anni fa in modo chiaro come se fossero accaduti ieri e abbiamo problemi a ricordare che cosa abbiamo mangiato per colazione? Come ricordiamo un particolare dipinto o una canzone tra migliaia di altri dipinti o canzoni? . Succede perché il nostro cervello ricorda l’emozione connessa a quel particolare evento, canzone o dipinto.

Quindi, prima viene l’emozione e poi gli aspetti tecnici come l’esposizione, l’inquadratura, la velocità dell’otturatore e così via.

La fotografia di paesaggio è un ramo straordinario della fotografia, ha le sue radici nel rispetto della natura e nella volontà di comprenderla; come ogni altro ramo della fotografia ha le proprie regole. La comprensione della luce naturale e il modo in cui cambia durante il giorno e le stagioni è fondamentale. Serve pazienza: osserva di più e fotografa di meno! Aspetta una luce perfetta, usa spesso esposizioni lunghe (ti servirà un treppiede), evita profondità di campo basse e usa f-stop alti (f11, f16, f22; Più grande è il numero, meno luce entra).

  • Avendo viaggiato, visto e fotografato tanti luoghi diversi, qual è il tuo punto di vista sull’intervento dell’uomo nel paesaggio naturale?

Molto spesso abbastanza devastante. Più volte ho guardato la Pianura Padana dal finestrino dell’aereo e ho visto un deserto antropizzato, dove la natura è stata praticamente eliminata. E questo è solo un esempio. La maggior parte dei paesi industrializzati si trova nella stessa situazione. Siamo stati molto sconsiderati nel corso dei secoli verso il Pianeta e penso che in futuro ne pagheremo un prezzo molto alto.

Foto: Campanile di Val Montanaia, agosto 2020

  • Oltre a bellezza pura, l’arrampicata è anche fatica. Quale diresti che è l’aspetto più duro e difficile del tuo lavoro?

Credo che la sfida più grande sia mantenere accesa la scintilla della passione. Non smettere mai di imparare e non smettere mai di crescere professionalmente e personalmente. Non ha molto senso fare lo stesso lavoro nello stesso modo in continuazione, per me questa è la morte della creatività.

  • Dove possiamo trovarti online e…hai qualche progetto in cantiere per il futuro?

Tempo fa ho deciso di creare una strategia per pubblicare i miei lavori e non pubblicare tutti i miei servizi su tutti i canali social. Quindi ho deciso di promuovere i miei servizi sui diversi canali basandomi sul profilo di pubblico che voglio raggiungere.

Le persone mi possono trovare su Facebook e Instagram sotto il nome di Borgo Leoni Fotografia e Borgo Leoni Fotografia_pets se sono interessate per i servizi di ritratto contemporaneo e pet, e su LinkedIn come Marija Obradovic – Ritratto Professionale e Personal Branding. Il mio sito è www.marijaobradovic.com.

Progetti per il futuro ne ho tanti. Con la mia collega e socia Federica Nardese, fotografa di ritratto specializzata in percorsi di Personal Branding e Personal Storytelling sto lavorando su un percorso dedicato a tutte le persone che sono ancora alle prime armi con Instagram. Sto anche per lanciare il servizio Storytelling Fotografico dedicato ai liberi professionisti e piccole aziende per stabilire la loro presenza online come i testi e delle immagini curate che raccontano la storia del loro brand, stabilire un rapporto diretto coi loro clienti e trasmettergli le loro impressioni, il loro punto di vista.

Stiamo tutti attraversando un periodo molto particolare dopo il quale il mondo del lavoro per forza non sarà più lo stesso. Ci vuole la volontà di mettersi in gioco, di reinventarsi e pensare ai nuovi servizi. Oggi più che mai occorre essere visionari.

Grazie Marija, che meraviglia leggere le tue risposte!

La prossima conversazione sarà dedicata Paola Giovannini, anche lei iscritta alla Rete al Femminile di Bologna. Con lei parleremo di futuro nell’ambito dell’Organizzazione Congressi, Eventi e Accoglienza, perché entrambe stiamo lavorando per creare nuove soluzioni e opportunità con speranza e ottimismo.