Rete al Femminile di Bologna si racconta

Ultimamente gli incarichi di interpretazione “dal vivo” o di persona si sono drasticamente ridotti. Il Covid-19 colpisce ancora. E lo fa con particolare brutalità nel settore eventi, congressi e fiere. Così ho pensato: dal momento che io esisto e lavoro ancora, e così tante altre libere professioniste, perché non prepararci non solo a sopravvivere in vista dell’inverno, ma a gettare le basi per, in futuro, continuare a lavorare a pieno ritmo con una rete sempre più ampia di contatti?

Alla sezione del mio sito “Chi Sono” avrete forse notato che sono iscritta alla Rete al Femminile di Bologna, un’associazione dedicata alle donne che lavorano in proprio come libere professioniste, freelance o imprenditrici. Con l’inizio dell’autunno, credo sia giunto il momento di farvi conoscere un po’ meglio il filo che ci tiene unite, e vorrei iniziare proprio da Bianca Simone che, da Vocal Coach, si occupa di una delle risorse più importanti per il mio lavoro di interprete di conferenza: la voce.

Gli interpreti, nel corso della loro vita professionale, trascorrono ore parlando. Il loro obiettivo? Veicolare messaggi altrui attraverso l’intonazione, la velocità d’eloquio, la qualità della voce e le sottolineature di parole o frasi.  La salute della voce è perciò fondamentale, senza considerare che l’identità del professionista passa proprio attraverso questo mezzo.

Ciò è ancor più vero in un’era di interpretazioni da remoto (RSI, o a distanza) in cui spesso il cliente non vede nemmeno il volto di chi stia interpretando perché sulla piattaforma la telecamera viene disattivata. Infine, una “menzione speciale” va alla respirazione, atta a contribuire a una resa piacevole all’orecchio di chi ascolta.

Ma passo la parola a Bianca Simone, che ha fatto della propria voce un mestiere utilissimo: la Vocal Coach.

  • Bianca, mi spieghi in cosa consiste il tuo lavoro? Che carriera hai seguito?

Grazie Livia, sono felice di poter contribuire al tuo progetto! Io sono una cantante e, dopo gli studi di Canto Lirico in Conservatorio a Padova, mi sono occupata per tanti anni prevalentemente di musica antica, barocca e cameristica, conseguendo poi – all’attivazione dei Bienni Accademici di II° livello che hanno finalmente equiparato i nostri Diplomi alle Lauree – la specializzazione in Musica Vocale da Camera.

Durante tutto il corso della mia carriera ho sempre collaborato anche con diverse realtà corali di tutti i tipi, dal gruppo madrigalistico al coro professionale di grandi dimensioni.

Nel canto si realizza la strettissima corrispondenza fra testo e musica: come nel tuo lavoro, si tratta di dare un senso, di “interpretare” ciò che qualcun altro ha ideato, ha sentito ed espresso. È una sfida continua, un mestiere dove smettere di studiare è impossibile.

Nel corso degli anni, pur essendomi già dedicata all’insegnamento del canto, ho capito che le mie competenze avrebbero potuto essere ancora più utili nel campo dell’espressione vocale parlata: tutti noi ci presentiamo al mondo e agli altri tramite la voce, nostro primo e più immediato biglietto da visita, che ci rende spesso riconoscibili e a volte indimenticabili! Quindi mi sono dedicata ad approfondire le mie conoscenze nell’ambito del public speaking, ho seguito vari corsi e workshop per allineare le mie conoscenze anche ai più attuali metodi di coaching ed…eccomi qui, con un’attività che mi dà grandissima soddisfazione e che riesce spesso a fare davvero la differenza per i miei clienti!

Quanti di noi non si rendono conto che la propria voce è a tutti gli effetti uno strumento di lavoro? Ma non è solo questo! Il nostro tono, il suono stesso della voce può creare simpatia o fastidio, armonia o distacco, freddezza o calore in tutti gli aspetti della nostra vita. Come fare per “guidare” la nostra voce ad esprimere correttamente il nostro pensiero e il nostro sentire? Io aiuto le persone ad esprimersi meglio, attraverso un percorso di approccio, scoperta e conoscenza della voce come veicolo prezioso, unico e ricchissimo.

  • In breve: udito, apparato fonatorio, respirazione…perché è importante non trascurare nessuno di questi aspetti?

La nostra percezione del mondo si basa moltissimo sul senso dell’udito, sebbene spesso non ce ne rendiamo conto. Educare il nostro udito significa anche imparare ad ascoltare, a livello più profondo, se stessi e gli altri.

Quanti di noi portano con sé il ricordo di un brutto rifiuto: “Non cantare, sei stonato!”? Questo giudizio sbrigativo ci ha fatto sentire “zittiti”, spesso quando eravamo giovanissimi, molto vulnerabili. Mi capita spessissimo di lavorare con persone che portano in sé questa piccola, grande ferita: non di rado questo ha provocato un vero distacco fra la percezione esterna e quella interna della voce, che devono invece procedere in armonia perché possiamo sviluppare un corretto rapporto con la nostra capacità espressiva.

Ad esempio, per non affaticare l’organo vocale è indispensabile acquisire una modalità di respirazione (quella costale-diaframmatica) che consenta un utilizzo funzionale del fiato. Poi, per mantenere la voce fresca e brillante è fondamentale sviluppare l’abitudine ad un’articolazione fluida, ad una fonazione libera e facile, non faticosa né forzata.

Una “bella” voce, quindi, non si improvvisa! Per poter sfruttare al meglio tutte le sue potenzialità, abbiamo bisogno di entrare con lei in piena confidenza e curarla con attenzione, in modo che i vari elementi che la compongono (respiro, suono, intenzione…e molto altro) lavorino sempre in sinergia.

  • Non posso esimermi dal chiedere…qualche consiglio per chi fa il mio mestiere? Come preservare le corde vocali nel tempo?

Tutti noi abbiamo sotto gli occhi, anzi “sotto le orecchie” esempi di artisti (cantanti, attori) che hanno saputo mantenere nel tempo le splendide caratteristiche della propria voce, altri che invece, magari dopo un brillante esordio, hanno avuto una carriera breve oppure hanno dovuto subire importanti interventi per diversi problemi alle corde vocali.

Le voci più longeve sono quelle che fin dall’inizio hanno costruito delle solide basi tecniche, e che non si stancano di imparare. Affidare la propria prestazione vocale professionale alla spontaneità e al talento non è una buona idea: sarebbe come se pretendessimo di correre la maratona senza un allenamento organizzato con intelligenza e costanza. La buona notizia però è che non è mai troppo tardi per correre ai ripari e per rieducare la voce. Anzi, io sperimento tutti i giorni, nel mio lavoro, la meraviglia e l’emozione di persone adulte che scoprono la vera natura del proprio mezzo vocale, e ne percepiscono – spesso per la prima volta – le incredibili potenzialità.

Prendersi cura della propria voce, dedicandole attenzione, non è una perdita di tempo! È  un lavoro che richiede pazienza e costanza ma i risultati sono duraturi e sorprendenti!

  • Infine, una riflessione, un parallelismo sui generis sulla musica e sul lavoro dell’interprete di conferenza. Quando ascoltiamo un interprete, la sua performance è immediatamente percepita dal pubblico come piacevole o meno e corretta linguisticamente o meno. Che livello di sensibilità/competenza musicale deve avere una persona per percepire la stessa piacevolezza o correttezza durante un concerto? Ovvero, che errori o imperfezioni trapelano da una performance di un cantante professionista, e sono questi immediatamente colti da chi li ascolta?

È un argomento spinoso! Nella musica pop, rock, jazz eccetera, non è detto che una voce tecnicamente educata sia la più gradita al pubblico. In certi contesti, ad esempio, sembra che…vinca chi strilla di più! Personalmente trovo che quando la voce viene ridotta ad uno sfoggio atletico, perda di interesse e di eleganza. Ci sono invece interpreti fortemente caratterizzati vocalmente, che hanno fatto dei propri “difetti” altrettanti punti di forza e elementi di forte identità.

Se parliamo della musica operistica, è indubbio che ci vuole una certa competenza tecnica per capire il valore della performance, anche se la “stecca” plateale la sentono quasi tutti!  Nel canto lirico, inoltre, le parole spesso risultano poco comprensibili, ed è spesso la linea melodica a prevalere sulla parola: noi percepiamo quindi la bellezza, la potenza, l’agilità e l’espressività intrinseca della voce. In altri tipi di musica invece, come ad esempio la musica da camera o il repertorio madrigalistico, la capacità di rendere in modo compiuto, intimo e partecipato il senso del testo è essenziale ed è il fulcro dell’interpretazione. Anche per questo motivo questi sono i miei repertori preferiti, di cui mi sono sempre occupata con passione.

Ma in generale sono convinta che l’impulso che stimola la nostra sensibilità quando ascoltiamo una voce, parlata o cantata, sia la percezione della sua autenticità: sentire, al di là del suono, la persona che abita la propria voce nella sua completezza e unicità. Per questo motivo, a mio avviso, siamo in grado di apprezzare un bravo attore, un doppiatore convincente, un interprete preparato, un cantante espressivo. Penso che la nostra percezione profonda preceda e superi il nostro livello razionale, e credo che sia questa la strada più promettente per entrare in relazione con gli altri.

Per quanto mi riguarda, ho sempre cercato istintivamente la luce dell’autenticità nella voce degli altri, anche prima di saper dare un nome a questa caratteristica; ed ora che so aiutare le persone a riconoscerla e coltivarla in se stessi, sono davvero contenta di poter essere un utile tramite ad una maggiore conoscenza di sé.

  • Interpreti e professionisti che lavorano con la propria voce: come possiamo contattarti?

Il mio claim è “La voce che sorride” proprio perché desidero aiutare le persone a entrare in contatto profondo e gioioso con questa componente fondamentale del proprio essere, così importante per ognuno di noi nelle dimensioni relazionali, sociali e professionali. Mi dedico alla formazione tramite corsi, workshop e consulenze individuali o di gruppo. Durante questo impegnativo 2020 ho sviluppato anche alcuni progetti on line, anche se è sempre preferibile ovviamente la consulenza in presenza.

Vivo a Padova ma lavoro spesso in altre sedi, e potete facilmente trovarmi collegandovi al sito www.biancasimone.it, oppure sulla mia pagina FB Bianca Simone – Vocal Trainer, o ancora su Linkedin.

Ringraziando ancora Bianca per aver condiviso con me la sua esperienza, vi invito a seguirmi in occasione della prossima conversazione con Laura Fazzolari, Digital Strategyst e membro della Rete al Femminile di Bologna. Con lei parlerò di traduzione di Siti Web e strategie di comunicazione multilingue.