Settembre: riapertura delle scuole. Ai miei tempi era il momento di scegliere diari e agende, fare le copertine ai libri di testo, acquistare un nuovo grembiule o scattare la fototessera per l’abbonamento all’autobus.

In questo autunno 2020 di riassestamento, ripresa e contrasto post Covid-19 si parla di acquistare un computer in più per l’eventuale DAD (didattica a distanza), scaricare l’App Immuni, indossare o meno una mascherina e trovare le giuste misure che garantiscano il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblico.

Vorrei riportare l’attenzione su altre tematiche, se me lo concedete, ovvero sull’apprendimento delle lingue straniere nei bambini attraverso le canzoni, una delle attivitá che potete fare in famiglia a costo zero!

Estate 2020, Covid-19 e fantasia

Questa estate ho avuto il piacere – vero, totalizzante, profondo – di trascorrere del tempo in una famiglia con alcuni bambini bilingui (fascia d’età 2-6 anni, lingue: inglese, spagnolo e italiano) estremamente brillanti, e vorrei condividere con voi questa esperienza.

I loro genitori, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, erano impegnati a lavorare da casa. Si parla molto dei lati negativi dello smart working, ma non per forza è un delirio in cui i confini fra vita familiare, lavorativa, intima e professionale si confondono! Con la giusta figura che riesca a intrattenere i bambini, insegnando loro qualcosa di nuovo attraverso il divertimento e la musica, gli spazi e i tempi di ciascuno vengono rispettati e tutti ne traggono beneficio.

E qui entra in gioco la fantasia. Genitori, bambini ed io abbiamo messo in campo i nostri migliori mezzi creativi per trascorrere ore gioiose e proficue in casa, nonostante le limitazioni imposte.

La musica ci è venuta in soccorso, le canzoni per bambini in italiano, spagnolo e inglese sono state le nostre compagne di viaggio. Come lo furono per me in famiglia, in tempi forse più spensierati.

Pedagogia e canzoni per bambini 

In molti citano Maria Montessori (celebre educatrice e scienziata, il 31 agosto 2020 ricorreva il 150° anniversario della nascita) e dunque vorrei anche io brevemente parlare della sua “educazione musicale”. Secondo questa pedagogista, la musica nei bambini contribuisce ad aumentare:

– capacità psichiche e neurologiche

– ragionamento spaziale

– connessioni emotive (rafforzando il legame con genitori/educatori)

– sensibilità comunicativa e creativa (in ascolto e in produzione si coltiva il linguaggio)

– bagaglio culturale.

Come interprete, ritengo l’educazione dell’orecchio un passo fondamentale verso l’apprendimento di una lingua straniera. Attraverso la musica veicolata con la ripetizione di canzoni per bambini, i sensi apprendono suoni e concetti nuovi, fissandosi indelebilmente nella memoria.

I bambini imparano per imitazione, per associazione ad immagini, attraverso il movimento del proprio corpo e per istruzione tradizionalmente impartita. Le canzoni per bambini garantiscono tutti questi aspetti, e parlando di canzoni in lingue straniere, garantiscono anche l’accesso a culture differenti che non possono che arricchire l’esperienza del bambino.

Nursery rhymes: risvolti culturali, anche oscuri

La BBC, da sempre attenta all’educazione e all’istruzione di milioni di persone che in tutto il mondo parlano l’inglese come lingua materna o appresa, nell’interessante articolo “The dark side of nursery rhymes” parla dei risvolti culturali, a volte anche oscuri, delle canzoni per bambini. Queste nacquero ufficialmente nel Quattordicesimo secolo (ma ovviamente se ne trovano tracce anche prima), mentre l’età dell’oro delle Nursery rhymes è da far risalire nel Diciottesimo secolo, in cui vennero stabiliti ed ebbero successo i canoni stilistici che ascoltiamo ancora oggi. Metrica, tonalità e ritmo insiti nella natura di queste canzoni hanno un valore evolutivo indiscutibile.

Ma a volte i testi di queste canzoni sono oscuri e incomprensibili. Ecco dunque la spiegazione di alcuni di questi.

Baa Baa Black Sheep

(VIDEO) La canzone ha a che fare con le tasse che nel medioevo vennero applicate dal Re Edoardo Primo sulla lana: un terzo del valore di un sacco di lana veniva versato al sovrano, un altro terzo andava alla Chiesa e l’ultimo restava all’allevatore. Le pecore nere infine venivano considerate di pessimo presagio poichè il loro vello, difficile da tingere, era più difficile da vendere.

Ring a Ring o Roses

(VIDEO) Si pensa che la canzone risalga al 1665, anno in cui la Grande Peste di Londra, a causa delle pessime condizioni igieniche del tempo, portava odori disgustosi nelle strade della città (i “rosie” sono il bubbone provocato dalla malattia). Così, con un “pocket full of posies” (un sacchettino con mazzolini di fiori secchi al suo interno) si cercava di ovviare al problema. La peste uccise il 15% della popolazione Britannica, di lì la frase conclusiva “atishoo, atishoo, we all fall down (dead).”

C’è da dire che i bambini vanno matti anche per canzoni molto meno impegnative, come Baby Shark (VIDEO) o One little finger (VIDEO)

Canciones para niños 

Nell’articolo del quotidiano El País “Las clases de música generan nuevas conexiones cerebrales en niños”  Pilar Dies-Suárez, direttrice del Reparto di Radiologia presso l’Hospital Infantil de México Federico Gómez comenta: “Fare esperienza della musica in età precoce può contribuire a un migliore sviluppo del cervello, ad ottimizzare la capacità creativa e a generare reti neuronali e stimolare le connessioni cerebrali esistenti”.

Dovevate vedere con che salti i bambini cantavano “VEO VEO” o “DEBAJO UN BOTÓN”.

E per i bambini con spiritualità e sportività già pronunciate, ecco il SALUDO AL SOL Yoga con musica e parole!

Dedizione dell’insegnante per sviluppare il potenziale dei bambini

Desidero concludere con una frase della Montessori che coniuga scienza e poesia:

“Quindi, ecco questo bambino che va a scuola con una fiamma ardente in sé; osserviamolo a tre anni e guardiamo anche quelli che ne hanno cinque, dieci, quindici: tutti loro racchiudono questa fiamma. Soltanto noi adulti, non riconoscendola, la escludiamo, passo dopo passo, inesorabilmente, a causa dell’orgoglio e della nostra autorità. Se noi, in quanto insegnanti, potessimo essere inondati dalla luce di quel contatto divino, quel contatto dell’anima con ciò che è divino, non opereremmo più per il bambino o per noi stessi, ma solo per mantenere accesa quella fiamma.” (Il bambino: l’eterno Messia)

 

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